La prima decade del mese di setttembre 2023, in Europa, è stata caratterizzata da molteplici eventi meteorologici, alcuni anche di carattere eccezionale. Innanzitutto, cerchiamo di analizzare il quadro degli ultimi 10 giorni attraverso la seguente mappa:

NOAA2023 – Media dell’Altezza di Geopotenziale nella prima decade di settembre 2023 in Europa.

Nella grafica, possiamo notare come l’Europa centro-occidentale, ivi inclusa l’area del Mediterraneo occidentale, siano state interessate da una poderosa espansione dell’anticiclone di matrice subtropicale continentale (meglio conosciuto come anticiclone nordafricano) il quale ha portato l’afflusso di aria calda su gran parte del vecchio continente, con diversi record di caldo, riferiti al mese di settembre, battuti in Francia, Germania e Paesi Scandinavi. Da segnalare anche temperature superiori a 0°C per circa 4 giorni consecutivi nei pressi del Monte Rosa (stazione posta a circa 4550 metri di quota sul livello del mare). Questa area di alta pressione si è venuta a formare anche a causa dell’approfondimento di due distinte aree depressionarie: una nei pressi della Penisola Iberica, l’altra scesa dal Mar Baltico e approfonditasi dapprima sullo Ionio, poi nel cuore del Mediterraneo. L’approfondimento e la stazionarietà di entrambi i vortici, non solo hanno portato ad un blocco della circolazione atmosferica – nel gergo, Omega Blocking – ma sono stati responsabili di episodi alluvionali i quali hanno riguardato, rispettivamente, Spagna, Portogallo, Grecia e infine la Libia tra sabato, domenica e lunedi scorsi.

Particolare attenzione è stata posta al ciclone “Daniel”, così battezzato dall’Università di Berlino, il quale è stato attivo per diversi giorni nell’area compresa tra il Mediterraneo centrale e l’area dello Ionio ed ha portato ingenti quantitativi d’acqua prima in Grecia, poi sulla Libia nord-orientale.

Nel mosaico di immagini satellitari provenienti dal satellite orbitale NOAA20, si distingue chiaramente il vortice di bassa pressione tra Ionio e Grecia. Proprio in questa nazione, tra le giornate del 5 e del 6 settembre si sono registrate precipitazioni a prevalente carattere alluvionale, con locali accumuli che hanno superato i 700/800mm d’acqua in quasi 24h, l’equivalente di un anno di piogge in un solo giorno.

Duramente colpite sono state le aree della Tessaglia: nell’immagine di cui sopra, il confronto con gli scatti satellitari ad alta risoluzione sulla città di Karditsa.

Tornando al quadro meteorologico, il vortice, dopo aver lambito il Sud Italia, è rimasto attivo e si è ulteriormente alimentato sul Mediterraneo centrale a causa delle elevate temperature superficiali marine e, di conseguenza, alla forte evaporazione associata. Così, il ciclone nella giornata del 9 settembre, ha assunto i connotati di ciclone subtropicale con venti tempestosi fino a 100km/h e piogge particolarmente intense associate alla nuvolosità che si muoveva attorno al minimo di bassa pressione. L’immagine catturata dal satellite Sentinel del progetto Copernicus è piuttosto eloquente.

Arriviamo alla giornata del 10 settembre quando il vortice ha compiuto il “landfall”, ovvero è approdato a terra:

al momento dell’impatto, le coste della Libia orientale e l’immediato entroterra sono state interessate da piogge torrenziali capaci di scaricare circa 400mm d’acqua in poco meno di 24 ore. I venti sono stati altresì intensi con raffiche superiori 80/90km/h. Questo evento è stato, finora, il più distruttivo del 2023 e che, almeno nella storia della meteorologia, ha portato un numero particolarmente elevato di vittime a causa delle inondazioni che hanno interessato le suddette aree anche per via della rottura di due dighe nell’Est del Paese.

Confronto prima e dopo a Derna.

Qui, certamente, non voglio discutere se questo ciclone sia imputabile al cambiamento climatico. C’è bisogno di fare, prima di tutto, ricerca, formulare una teoria riguardo alla natura di questi fenomeni, il loro impatto e poi dimostrarla e in questo campo, fortunatamente, fisici dell’atmosfera e climatologi sono già al lavoro per cercare di dare una risposta. Sicuramente, non possiamo non esimerci dall’osservare l’aumento in frequenza di fenomeni di carattere estremo, specie in quest’ultimo anno. Non mancheranno nuovi approfondimenti a riguardo.

Vi lascio con quest’ultimo contributo, un timelapse che riassume l’evoluzione del quadro atmosferico sul continente europeo negli ultimi 10 giorni.

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